NEL SILENZIO DELL'AQUILA

NEL SILENZIO DELL'AQUILA
Cosa deve essere camminare in completa solitudine per tanti giorni? Cosa deve essere farlo lassù, nel Grande Nord, dove tutto è immutato dalla notte dei tempi, dove non esistono strade, alberghi, elettricità, funivie; dove le poche persone che incontri percorrono la terra con grande rispetto, e i loro occhi raccontano le stesse cose che raccontano i tuoi. È per trovare una risposta a questi interrogativi che a fine giugno del 2008 Mirna Fornasier, bellunese, appassionata di trekking e montagna, frequentatrice dei percorsi della Scandinavia, parte zaino in spalla alla volta dell’ultima grande area wilderness d’Europa, il Padjelanta National Park, nella Lapponia svedese. In completa solitudine, attraverso i paesaggi mozzafiato e la natura estrema della terra dei Sami, la sua marcia avventurosa per 150 chilometri è raccontata in questo libro appassionato, corredato da numerose foto del viaggio, per voce di Miki, l’alter ego dell’autrice, una madre quarantenne alla ricerca della salvezza per suo figlio adolescente, scampato per miracolo ad un incidente d’auto all’uscita di una discoteca. La lezione che Miki trarrà dalla sua esperienza sarà di una potenza inaudita. Con la forza devastante di un ciclone infrangerà in un sol colpo le sue barriere mentali e fisiche costruite nel corso della sua esistenza. Il rispetto e l’ammirazione per la natura non addomesticata, il silenzio della solitudine, l’ascolto del palpito antico della grande Madre Terra, il mettersi alla prova sfidando se stessi, l’abbandonarsi alle sole proprie energie, trasformeranno la marcia di Miki in un cammino dentro la sua anima, nella riscoperta delle primordiali e selvagge origini della vita.

13 gen 2015

le immagini della serata a Pianezze (VI) per la rassegna "Senza Orario Senza Bandiera" del 09.01.2015

E’ bene saperlo: ogni qualvolta sono coinvolta in una serata mi viene un’angoscia, uno stress che da due settimane prima lo stomaco mi si contorce al pensiero di ogni genere di problema potrò incontrare: dal dimenticarmi le cose da dire, dalla lingua che si inciampa, a tutti i problemi tecnologici possibili e immaginabili – i quali, sappiatelo, sono ogni volta diversi...

Ed ogni volta mi ritrovo a chiedermi “chi me lo fa fare di impormi questa sofferenza, a che pro?”
Poi si va, si cercano di risolvere i problemi tecnologici man mano che si 
presentano e si comincia a raccontare e come per magia la lingua non si inciampa, le cose da dire non sono dimenticate, perché escono da dentro e tu lo sai.
E poi c’è quella luce negli occhi di chi ti viene a salutare, a darti la mano. Di quella luce mi nutro, quella luce che mi aiuta a rinnovare la mia. 
Allora so di non essere inutile e so che la prossima volta che mi chiederanno
“verresti a raccontare la tua storia?” non potrò far altro che rispondere di 
sì... 

C'è da dire che la mia Aquila la sapeva lunga, lei....



Il Presidente del Gruppo Escursionistico Bedon - Luciano Chemello











 L'organizzatore della rassegna Nerio Brian



1 gen 2015